Orario: | Martedi ore 20.00 - 21.30 |
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Referente: | Marco Collino |
Il kendo, letteralmente “la via della spada”, è un'arte marziale giapponese che deriva dall'evoluzione delle tecniche di combattimento con la katana anticamente usate dai samurai nel kenjutsu.
Nell'ottobre 1952, la All Japan Kendo Federation definì le tre virtù fondamentali che, insieme, rappresentano lo Spirito del Kendo:
Il 20 marzo 1975 furono pubblicati dalla All Japan Kendo Federation due documenti contenenti i principi fondamentali del kendo: The Concept of Kendo, contenente il Concetto del Kendo, e The Purpose of Practicing Kendo, illustrante lo scopo della Pratica. A questi due documenti se ne aggiunge un terzo, pubblicato dalla Federazione nel 2007 e intitolato The Mindest of Kendo Instruction, il quale descrive l'Atteggiamento Mentale dell'Insegnamento del Kendo. Oggi, il Kendo svolge un ruolo importante nell'istruzione scolastica ed è popolare anche tra le persone di tutte le età e ceti sociali, proprio per il suo forte legame con la cultura popolare.
A livello storico, un momento fondamentale per il Kendo è l'avvento della ninhoto, la spada giapponese, a metà del periodo Heian (794-1185): dal suo avvento, questo stile di spada fu adottato dai samurai. Dopo il 1477, il Giappone conobbe un periodo di instabilità politica, durante il quale nacquero molte scuole di spada. Fu solo con l'inizio del Periodo Edo (1603-1867) che il Giappone conobbe la pace: durante quest'epoca l'arte della spada ebbe una grande evoluzione, passando dalla diffusione di tecniche di uccisione allo studio di concetti nati per nutrire l'umanità. Molti dei libri che ancora oggi influenzano la condotta degli allievi di questa disciplina sono stati scritti proprio nel Periodo Edo: l'obiettivo era quello di aiutare i samurai ad applicare i principi dell'arte della spada ai problemi della vita quotidiana.
Durante il pacifico periodo Tokugawa furono sviluppate nuove e più aggraziate tecniche derivanti dal combattimento vero e proprio e molti maestri della spada si dedicarono all'evoluzione della pratica, sviluppando regole fondamentali che ancora oggi la influenzano.
Nel 1868 però, con la Restaurazione Meiji, la classe dei samurai fu smantellata e ne seguì la proibizione dell'uso delle spade, segnando così la diminuzione della popolarità del kenjutsu. Tuttavia, dopo l'avvento di un fallimentare tentativo di resistenza al Governo, nel 1895 venne fondata la Dai Nippon Butokai, ossia un'organizzazione che si occupava della promozione delle arti marziali tradizionali nell'era moderna e come allenamento fisico efficace per i militari e le forze governative.
Nel 1912 fu creato il Dai Nippon Teikoku Kendo Kata al fine di unificare le scuole classiche di spada e di tramandare l'essenza e le tecniche della spada giapponese alle generazioni successive. Nel 1919, Nishikubo Hiromichi cambiò la designazione di Ken-jutsu in Ken-do, sottolineando in questo modo il focus sugli aspetti educativi e spirituali della pratica e non solo sul lato tecnico e competitivo della stessa.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, sotto il controllo delle forze alleate, il Kendo fu proibito, così come tutte le arti marziali. Ma nel 1952 fu fondata la All Japan Kendo Federation e il Kendo fu formalmente resuscitato, riscuotendo da allora un gran successo e una gran diffusione in tutto il mondo: il Kendo infatti presenta un certo lato molto combattivo che richiede grande esercizio fisico, ma anche un lato riflessivo che permette di conoscere e sviluppare abilità intellettuali ed emotive. Tutto ciò si potrebbe riassumere nel motto: “Rispetto per tutti, paura per nessuno”.
Trattandosi si un'arte marziale che si adatta e si evolve in base alle capacità e all'attitudine del praticante, il Kendo è per tutti coloro che desiderano iniziare una pratica che permetta di lavorare contemporaneamente su corpo e mente.